In che modo il PNRR può incentivare le aziende a rinascere

È indubbio che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sia il Piano Marshall del ventunesimo secolo e che questa linea di finanziamento possa aiutare molte aziende sul territorio.

In che modo?  Ne parliamo approfonditamente nei prossimi paragrafi.

Da diverse settimane imprenditori e startupper sono in affanno per cercare di capire innanzitutto come poter accedere a queste linee di finanziamenti stanziati dal PNRR, e per questa ragione si rivolgono sempre più spesso a commercialisti esperti in imprese e consulenti aziendali.

La risposta di questi professionisti è univoca: i bandi per questi fondi sono perentori, è necessario presentare un progetto industriale che si fondi sull’innovazione digitale, che sia sostenibile e che permetta una maggiore inclusione sociale. Senza questi punti fermi, che ricorrono in modo trasversale in tutti e 6 i settori di intervento del PNRR, difficilmente un’azienda potrà beneficiare del pacchetto di finanziamenti concordato con l’Unione Europea.

Digitalizzazione, sostenibilità e inclusione sociale alla base del PNRR

Solo un progetto di riqualificazione o riprogettazione aziendale che fonda i suoi capisaldi su questi tre parametri, sarà effettivamente valutato come potenziale candidato per accedere ai finanziamenti europei.

Se si rispettano questi parametri, la corsa all’oro può dunque iniziare, ma intercettare i fondi e fare in modo che essi siano una strada che conduca l’azienda verso un reale vantaggio competitivo sul mercato non è un’operazione immediata, né tanto meno accessibile senza l’ausilio di un esperto di consulenza aziendale che sia in grado di redigere un nuovo Business Plan e uno studio di fattibilità.

Facciamo un esempio concreto per descrivere una delle insidie maggiori che si nascondono dietro questi vincoli. Prendiamo un’azienda che produce infissi, le sue macchine lavorano ad alto impatto energetico, così per rientrare nei parametri di accettazione del PNRR, il titolare decide di installare un impianto fotovoltaico che possa alimentare queste presse; tuttavia, dimentica di fare un audit energetica e vanifica una parte di fondi, per insostenibilità del suo progetto.  Se il nostro imprenditore si fosse affiancato ad un consulente strategico, avrebbe verificato precedentemente senza sprecare importanti risorse.

La migliore strategia per accedere alle linee di finanziamento passa, quindi, da un assessment aziendale che dia all’imprenditore la road map da seguire a seconda degli investimenti già programmati o, nella maggioranza dei casi, ancora da programmare.

Riparare le differenze strutturali su base nazionale, la mission del PNRR

La pandemia ha portato in luce tutta una serie di limiti in cui versano le aziende pubbliche e private nel nostro paese. In particolare, le diseguaglianze territoriali sulla base di processi di innovazione e sviluppo generazionale.

Per ridurre questi divari i fondi del PNRR includono come capisaldi l’incentivazione della digitalizzazione in ogni angolo del paese, una sostenibilità ecologica dei processi aziendali e infine – ma non per ultimo – l’inclusione sociale, affinché nessuno si possa sentire escluso dalla vita sociale e lavorativa del paese.

In sintesi, il PNRR, che punta a riparare i danni economici e sociali recati dalla crisi pandemica, sanando le debolezze strutturali dell’economia del Paese, e a ridurre i divari territoriali, generazionali e di genere.

Sono in tutto 235 i miliardi di Euro stanziati con il PNRR (suddivisi in 256 capitoli di spesa), tra finanziamenti a fondo perduto e finanziamenti agevolati, e le aziende che vogliono beneficiarne non devono perdere tempo.

Come usufruire dei fondi?

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I finanziamenti sono soggetti ad un regime di credito d’imposta e coprono le spese effettuate dall’azienda nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2023 (30 novembre 2024 nel caso delle imprese per le quali l’anno fiscale non corrisponde all’anno civile).

Prevedono inoltre l’istituzione di codici tributo, individuati da una risoluzione dell’Agenzia delle entrate, per consentire ai beneficiari di utilizzare in compensazione il credito d’imposta tramite modello F24.

I crediti d’imposta sostenuti interessano i beni e le attività seguenti:

  1. Beni strumentali, costituiti da:
  • Beni strumentali materiali 4.0 (tecnologicamente avanzati), come macchine di produzione il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti, macchine e sistemi utilizzati per il controllo di prodotti o processi e sistemi interattivi; tutti questi dispositivi devono essere dotati di funzioni digitali, quali l’integrazione automatizzata e l’interfaccia uomo-macchina;
  • Beni strumentali immateriali 4.0 come modellazione 3D, sistemi di comunicazione intra-fabbrica, software, sistemi, piattaforme e applicazioni per l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico;
  • Beni strumentali immateriali standard, come software per la gestione aziendale. Sono compresi i crediti d’imposta presentati nelle dichiarazioni dei redditi del periodo 1° gennaio 2021 e 31 dicembre 2023 (30 novembre 2024 nel caso delle imprese per le quali l’anno fiscale non corrisponde all’anno civile);
  • Credito di imposta con attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.

  1. Attività di ricerca, sviluppo e innovazione che si compongono di attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, innovazione verde e digitale e progettazione. Sono compresi i crediti d’imposta presentati nelle dichiarazioni dei redditi del periodo 1° gennaio 2022 e 31 dicembre 2023 (30 novembre 2024 nel caso delle imprese per le quali l’anno fiscale non corrisponde all’anno civile).

  2. Attività di formazione svolte per acquisire o consolidare la conoscenza delle tecnologie pertinenti (come l’analisi dei dati e dei big data, l’interfaccia uomo-macchina, l’Internet of Things, l’integrazione digitale dei processi aziendali, la cybersicurezza). Sono compresi i crediti d’imposta presentati nelle dichiarazioni dei redditi del periodo 1° gennaio 2022 e 31 dicembre 2023 (30 novembre 2024 nel caso delle imprese per le quali l’anno fiscale non corrisponde all’anno civile).

Come ottenere i fondi del PNRR in maniera concreta

Abbiamo visto fin qui che grazie al PNRR si possono ottenere dei finanziamenti agevolati e dei contributi a fondo perduto molto vantaggiosi per le imprese.

Adesso ci chiediamo, come fare? Occorre presentare un business plan preciso e tutta una serie di documenti, indispensabili per ottenere il finanziamento agevolato. A questo punto bisogna accedere al sito Invitalia e scegliere il bando che maggiormente fa al proprio caso.

Tuttavia, questo è un percorso stimolante in ottica di una crescita aziendale ma, come ogni percorso, pieno di ostacoli.

Oltre a preparare i documenti necessari si rischia di affrontare un muro di burocrazia, spesso difficile da superare. Basti pensare che, secondo l’ultima indagine della Corte dei conti Europea, il nostro paese è al penultimo posto per capacità di assorbimento dei fondi europei, a causa della pubblica amministrazione italiana.

Le imprese spesso non conoscono quali sono le agevolazioni disponibili, e, spesso compilano le domande per le agevolazioni con imprecisioni e documentazione mancante. Infine, le aziende sbagliano a rendicontare il contributo delle spese sostenute (ed il business plan di cui parlavamo prima).

Tutti questi motivi comportano ritardi o rifiuti dall’ente erogante, magari, dopo che si è già sostenuto l’investimento. Come si possono evitare questi errori ed ottenere i contributi?

Una soluzione possibile è affidarsi a consulenti aziendali e d’impresa esperti, in grado di affiancarti in ogni fase della richiesta dell’agevolazione: dalla compilazione della domanda all’erogazione del contributo.

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